Decapitata la cupola del clan Notarangelo, con l’operazione denominata “Agosto di fuoco”. Un duro colpo inflitto alla mafia garganica. Nell’ambito di una indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, i militari del comando provinciale di Foggia, hanno tratto in arresto quattro pregiudicati di Vieste. Tra di loro c’è Marco Raduano, considerato il capo clan della cosca di Vieste, l’erede di Notarangelo dopo la sua morte. In manette con  Raduano sono finiti tre suoi complici. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante della disponibilità di numerose armi da sparo e dell’aver avvantaggiano le cosche di appartenenza.

“L’operazione è fondamentale perché non solo va a decapitare la cosiddetta cupola che regge la mafia a Vieste, ma rappresenta una fortissima risposta dello Stato verso un territorio martoriato dalla mafia”- ha dichiarato il colonnello dei carabinieri, Marco Aquilio, responsabile del comando provinciale di Foggia.

Ed è stato lo stesso colonnello dei carabinieri a ripercorrere e a ricostruire la delicata vicenda. Notarangelo, che ha seminato violenza nella capitanata, è stato assassinato tempo fa. E con l’uccisione del malvivente, si è scatenata una vera e propria guerra fra clan. “La morte di Notarangelo – ha dichiarato il colonnello  Aquilio- ha dato vita ad una violenta faida che ha portato il clan riconducibile a Raduano a prevalere e a diventare dominante a Vieste”.

Numerosi arresti e sequestri di armi assicurati nel tempo, ma il responsabile del comando provinciale di Foggia ha dichiarato: “Questa operazione non rappresenta il capolinea. Il nostro impegno a debellare la mafia garganica continua”.