Ultimo giorno di servizio per il maresciallo Nino De Sario, agente di Polizia Locale di Terlizzi. È il vigile che, esattamente venticinque anni fa, fu travolto dallo scoppio di un’autobomba dinanzi a Palazzo di Città. Nonostante tutto non ha mai voluto abbandonare la divisa.

La divisa è la sua seconda pelle, compagna fedele di una vita dedicata al servizio nel comune di Terlizzi, nel corpo della Polizia Municipale. Da qualche giorno la divisa di Nino De Sario è appesa all’ingresso di casa. Non sarà più indossata. Il suo servizio è finito, giusto venticinque anni dopo essersi macchiata di sangue dinanzi al Palazzo di Città di Terlizzi.

Nella Città dei Fiori il maresciallo maggiore Nino De Sario è da tutti riconosciuto come punto di riferimento, emblema di amore per il proprio lavoro, per il quale, il 7 maggio del 1993 ha rischiato di perdere la vita.

Anche oggi, a distanza di 25 anni, nel suo primo giorno di congedo dall’attività lavorativa, il maresciallo De Sario prova profonda commozione nel ripercorrere i tragici momenti dello scoppio dell’autobomba dinanzi al palazzo di città a Terlizzi. Quello scoppio che lo travolse lasciando sul suo corpo e nella sua anima indelebili cicatrici. 

Una Fiat Regata, insolitamente aperta, piazzata proprio davanti all’ingresso di Palazzo di Città, ostruiva il passaggio di quanti in quel palazzo lavoravano. Occorreva fare accertamenti su quell’auto, farla rimuovere. Il maresciallo De Sario provò ad aprirla: un gesto che provocò l’innesco di una bomba, un pallone da rugby riempito di tritolo, che investì in pieno l’agente municipale.

Una lunga convalescenza, aule di tribunale per quel processo che tutte le volte apriva le cicatrici dell’anima di De Sario. Eppure il maresciallo non ha mai voluto abbandonare quella divisa, divenuta un simbolo del suo amore verso la città, verso la professione e verso il ruolo edificante del corpo della Polizia Municipale.

Un sorriso intervallato da momenti di silenzio, di commozione. Nino De Sario accoglie così l’apprezzamento di tutti i suoi colleghi e di tutti i cittadini che ne riconoscono le doti umani e professionali e che, inevitabilmente, associano a lui una delle pagine più tristi della storia della città di Terlizzi.