Il patto elettorale, in vista del voto regionale del 2020, è sancito: a stringerlo, quel patto, il governatore pugliese, Michele Emiliano e l’ex sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano. Non ci sono una stretta di mano o una conferenza stampa ufficiale a sancire questo accordo, ma una nomina in Giunta: quella di Gianni Stea, nuovo assessore all’ambiente (al posto del dimissionario Filippo Caracciolo), l’uomo che in consiglio regionale rappresenta proprio Massimo Cassano. Mossa che da una parte apre la maggioranza di centro sinistra all’ala moderata e allarga il fronte in vista delle elezioni del 2020, dall’altra spacca il centro destra che appena una settimana fa si era riunito (con Cassano seduto al tavolo in rappresentanza del suo movimento Puglia popolare) per discutere delle candidature in vista delle amministrative di Bari del prossimo anno. Non è bastato l’annuncio del coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Luigi Vitali, che aveva indicato in Cassano il candidato del partito per le eventuali primarie di coalizione. Non si dicono meravigliati i consiglieri regionali di Noi con l’Italia: ci meravigliava – si legge in un comunicato – chi continuava a far finta di nulla, a non accorgersi di questo inciucio. Il segretario regionale della Lega, Andrea Caroppo, definisce la nomina di Stea una mossa da campagna acqusti contro natura, mentre per il Movimento Cinque Stelle il presidente Emiliano è solo e disperato, ma a pagarne il prezzo sono i pugliesi. La nomina del nuovo assessore fa quasi passare in secondo piano l’apertura che il consigliere regionale di Sinistra Italiana, Mino Borraccino, ha fatto nei confronti del presidente Emiliano. Sullo sfondo, anche in questo caso, c’è la nomina in Giunta e l’allargamento della coalizione per le regionali del 2020.