La Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia per l’inquinamento causato dalle emissioni dell’Ilva di Taranto (oggi di proprietà della Arcelor Mittal) che ha messo in pericolo la salute dell’intera popolazione che vive nell’area a rischio.

La Corte ha accolto il ricorso presentato da 182 cittadini tarantini condannano l’Italia a pagare un risarcimento di cinquemila euro nei confronti di ciascun ricorrente. Nella sentenza – che diverrà definitive tra tre mesi se le parti non ricorreranno – la Corte di Strasburgo afferma che lo Stato ha violato il diritto dei ricorrenti al rispetto della vita privata e familiare e quello a un rimedio effettivo contro le violazioni subite. Nella decisione i giudici di Strasburgo scrivono che “la Corte non può che constatare la prolungazione di una situazione d’inquinamento che mette in pericolo la salute dei ricorrenti e più in generale quella dell’intera popolazione che risiede nelle zone a rischio” individuate nei comuni di Taranto, Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte. Inoltre nella sentenza si sottolinea che la popolazione “resta, anche oggi, senza informazioni sulle operazioni di pulizia del territorio”. Nella sentenza, tra l’altro, si chiede che il piano anti inquinamento approvato dalle autorità nazionali sia messo in atto al più presto possibile.

“La condanna dell’Italia da parte della Corte di Strasburgo, conferma che il movimento ambientalista e i Verdi avevano e continuano ad avere ragione nel denunciare la violazione dei diritti dei cittadini tarantini nel diritto alla salute e alla tutela dell’ambiente dichiara Angelo Bonelli dei Verdi. L’ex ministro Calenda e il ministro Di Maio dovrebbero chiedere scusa a Taranto e all’Italia, il primo per aver proposto l’immunità penale agli acquirenti Ilva oggi Arcelor Mittal, il secondo per aver confermato questa norma e aver peggiorato il piano ambientale” aggiunge Bonelli. “Taranto ha ottenuto giustizia” chiosa Daniela Spera, portavoce di Legamjonici, promotrice del primo dei due ricorsi alla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo.