La Timac di Barletta non inquina. Ad accertarlo è stata la Procura di Trani che per questo ha disposto il dissequestro dello stabilimento che produce fertilizzanti.

Nessuna contaminazione nell’aria e messa in sicurezza operativa del suolo e della falda ritenute efficaci. Queste le motivazioni alla base della decisione del sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Silvia Curione, di procedere con il dissequestro dello stabilimento di Via Trani (l’azienda alla quale erano stati apposti i sigilli il 1 maggio del 2018 per presunto inquinamento ambientale).

Dopo la ritrovata concessione della facoltà d’uso nei mesi scorsi, così la Timac sta assolvendo i propri impegni. “Per quanto riguarda l’inquinamento del suolo e del sottosuolo il pm sottolinea – ha fatto sapere l’azienda in una nota- che la società sta ponendo in essere le attività di integrazione e implementazione della messa in sicurezza operativa suolo e falda, in conformità a quanto disposto in sede di conferenza di servizi”. E la Timac ha voluto evidenziare come il sostituto procuratore di Trani, Silvia Curione, abbia sottolineato nel provvedimento come gli interventi di messa in sicurezza operativa costituiscano “un’attività efficace ed equivalente alla bonifica per gli stabilimenti attivi”.

Grande la soddisfazione dell’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi. “Se la Procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali”, ha dichiarato Sassi che poi ha aggiunto: “Resta fermo l’impegno di Timac nei confronti dei barlettani, del Sindaco Cannito, del Presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.