Sono allo “studio degli uffici tecnici e dei consulenti del Comune di Taranto” i report sulle emissioni dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva) e sul rischio sanitario, consegnati ieri da Asl Taranto, Arpa Puglia, Ispra e Istituto Superiore di Sanità, in seguito alla richiesta avanzata dal sindaco Rinaldo Melucci che aveva posto per la giornata di ieri una sorta di ultimatum. Nella relazione dell’Asl, a quanto si apprende, “si conferma la presenza di criticità in ordine alle patologie associabili con gli inquinanti emessi dagli stabilimenti dell’area industriale di Taranto, tuttavia con andamenti di ospedalizzazione in diminuzione”. In un report congiunto, Arpa e Ispra affermano invece che i valori riscontrati nell’ultimo anno, pur in aumento, rientrano ancora nei parametri normativi (ad eccezione dell’ozono). Approfondimenti, tuttavia, sono ancora in corso sui valori della diossina che, nella Masseria Carmine ha avuto “un incremento significativo per il periodo giugno-ottobre 2018 che ha riportato la media annuale agli stessi ordini di grandezza pre-2012”. Il sindaco di Taranto aveva annunciato che in mancanza di risposte definitive da parte degli organi di controllo, o se da tali risposte dovessero emergere criticità, avrebbe fatto ricorso a un’ordinanza contingibile e urgente di chiusura degli impianti dell’area a caldo del siderurgico. “L’Amministrazione comunale – spiega in una nota il Municipio – sta valutando di esplorare tutte le possibilità della legge 132/2016 e di ricorrere ad un supporto più costante di qui in avanti del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Inoltre, il sindaco ha chiesto un incontro al ministro Costa per rilanciare la questione di una grande intesa sul futuro di Taranto, che includa una definitiva valutazione del danno sanitario e ogni conseguente iniziativa di competenza del Civico Ente”.