Il 63enne Cosimo Damiano Carbone ieri pomeriggio era a bordo della sua auto, nel vialetto di casa in via della Transumanza a Trinitapoli, mentre era agli arresti domiciliari quando è stato raggiunto da tre fucilate al petto e alla gola. I sicari erano almeno due, incappucciati, a bordo di una Jeep Renegade ritrovata poi, dai Carabinieri, poco più avanti bruciata nelle campagne circostanti.

Gli inquirenti hanno eseguito cinque esami dello stub nei confronti di altrettanti pregiudicati e circa sei perquisizioni.

Da una prima ricostruzione, probabilmente, a bordo dell’auto di Carbone c’era anche un altro pregiudicato che, però, non ha fornito nessun elemento utile ai militari. Sono state acquisite le immagini di videosorveglianza della zona, per approfondire la dinamica.

Secondo gli investigatori l’omicidio sarebbe maturato nella guerra di mala in atto tra clan rivali. Il 20 gennaio scorso a perdere la vita fu Pietro De Rosa, del clan Miccoli – De Rosa; mentre Carbone era ritenuto a capo del clan avverso: era stato accusato dell’omicidio di Savino Saracino e del tentato omicidio di Michele Miccoli, per cui aveva avuto l’ergastolo.