Condanne per complessivi cento anni di reclusione: è questa la sentenza, emessa dai giudici del tribunale di Bitonto, al termine del processo per l’omicidio di Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di una guerra di mala, uccisa la mattina del 30 dicembre del 2017 mentre tornava a casa nel centro storico della città.
Vent’anni per Domenico Conte, boss dell’omonimo clan e considerato mandante dell’omicidio, stessa pena anche per Cosimo Liso e Alessandro d’Elia. Quattordici gli anni per i collaboratori di giustizia Michele Sabba e Rocco Papaleo, esecutori materiali dell’omicidio.
Sei anni, invece, per Francesco Colasuonno, a capo del clan Cipriano, e per Benito Ruggiero e Rocco Mena responsabili di aver sparato contro la roccaforte del clan avverso in via Pertini; tre per Michele Rizzo che minacciò i parenti di un collaboratore.
Gli imputati, tutti nelle celle dell’aula bunker del Tribunale di Bitonto o in videoconferenza, sono stati condannati a pagare i risarcimenti, alcuni solo provvisionali, che vanno dai 20 mila ai cento mila euro nei confronti del Comune di Bitonto, il Fai Antiracket e dei familiari della vittima, costituitisi parte civile nel processo.
In aula anche i Pm della Direzione Distrettuale Antimafia Francesco Giannella, Ettore Cardinali e Marco D’Agostino, oltre alle forze dell’ordine che hanno seguito le indagini. Per i parenti della vittima: “Oltre a questa condanna, i colpevoli pagheranno la giustizia di Dio. Nessun risarcimento potrà portarci indietro zia Anna”.
Tra 60 giorni saranno emesse le motivazioni della sentenza.