Se i lavori per la realizzazione dell’edificio scolastico in via Morelli a Barletta sono ancora fermi, la colpa è tutta della Provincia Bat. E’ questo in sintesi il pensiero del sindaco di Barletta, Cosimo Cannito che questa mattina ha abbandonato la conferenza di servizi convocata nella sede della Città metropolitana di Bari. Gesto forte e di protesta soprattutto contro la Provincia Bat ed una presidenza che il sindaco Cannito definisce inutile, dannosa, improduttiva e irresponsabile.

Parole pesanti alle quali si aggiungono giudizi altrettanto severi nei confronti dell’attuale presidente pro tempore Pasqule De Toma, definito inerte e ignavo. La vicenda dell’edificio scolastico di via Morelli è ormai decennale: la costruzione era cominciata sotto la Provincia di Bari poi con la nascita della Bat, ci fu il trasferimento del patrimonio immobiliare scolastico, compresa quella scuola di via Morelli mai completata. Quell’edificio scolastico, però, in questi anni è rimasto prigioniero delle pastoie burocratiche tra passaggi di nuda proprietà ratificati dal Consiglio provinciale di Bari e del quale la Provincia Bat non ha mai preso atto (basterebbe una delibera, ha ricordato il sindaco di Barletta, Cannito).

La scuola di via Morelli potrebbe essere completata dalla Città Metropolitana di Bari (perché la Provincia Bat non ha soldi) ma si aspetta che sempre il consiglio provinciale Bat approvi una delibera con la quale prenda atto del fatto che tutti gli impedimenti burocratici sono stati superati dalla Città Metropolitana di Bari. Nel mezzo di questo ping pong di carte c’è un edificio abbandonato per il quale il Comune di Barletta ha versato, a suo tempo, 800mila euro utilizzati dalla Provincia di Bari per acquistare il terreno. Quei soldi li vogliamo indietro, ha chiesto Cannito facendo mettere a verbale la sua posizione. Il sindaco di Barletta ha anche rincarato la dose: “Serve la messa in sicurezza e la sorveglianza del sito 24 ore su 24 perché quel sito è degradato e preda di vandali”. Poi Cannito chiude con una speranza: “Confido sul fatto che ci siano ripensamenti, perché quella scuola serve”.