Dimissioni D'Introno

Inizia nel peggiore dei modi l’avventura politica alla guida della città di Corato per il sindaco Pasquale D’Introno. Appena quaranta giorni dopo la sua elezione, nel giorno del primo consiglio comunale, D’Introno ha rassegnato le sue dimissioni dalla carica di primo cittadino.

Un atto politico molto forte dettato dalle difficoltà riscontrate nell’allestimento della giunta.

Un tentativo di smarcarsi dalla stretta delle segreterie dei partiti di maggioranza che hanno puntato a dividersi il bottino delle nomine senza evidentemente tener conto delle posizioni del sindaco.

Alla vigilia del consiglio comunale la situazione nel centrodestra coratino era arrivata ad un punto di massima tensione. D’Introno avrebbe posto dei veti circa l’inserimento in giunta di alcuni nomi tra cui quello di Lorena Mangione, indicata da Forza Italia. Sul fronte Lega, la difficoltà a trovare sintesi sul nome femminile da proporre come assessore ha completato il quadro dell’incertezza.

Ora Pasquale D’Introno ha venti giorni per ritornare sui suoi passi. Intanto la seduta di consiglio comunale convocata per oggi non si è celebrata giacché il centrodestra ha scelto di abbandonare l’aula facendo venir meno il numero legale. La prossima seduta, in seconda convocazione, è fissata per il 25 luglio.

Scatenate le opposizioni che hanno stigmatizzato l’accaduto.

Che D’Introno fosse in difficoltà era chiaro a tutti, ma che arrivasse a presentare le dimissioni è un dato che non era stato previsto.

C’è anche chi chiede a gran voce che si ritorni al voto, individuando nelle dimissioni di D’Introno una ferita per la comunità di Corato.

Per Paolo Loizzo, invece, le dimissioni di Pasquale D’Introno divengono occasione di riflessione sull’occasione mancata da parte del centrosinistra di imporsi alla guida della città compattandosi e facendo sintesi.

Intanto il sindaco D’Introno affida ai social network il suo unico commento. Firmandosi come “Sindaco di Tutti”, si rivolge direttamente ai concittadini definendo come “sofferta” la decisione di rassegnare le dimissioni e di motivare tale scelta con l’obiettivo di garantire alla città “nuove e migliori soluzioni rispetto alla situazione che si è creata”.

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