pantano

La situazione amministrativa a Corato si fa sempre più complicata.

A quarantotto ore dalla scadenza del termine ultimo per il ritiro delle dimissioni del sindaco Pasquale D’Introno, il consiglio comunale non solo non è riuscito ad eleggere per l’ennesima volta il presidente dell’assemblea, ma non è riuscito nemmeno ad avviare i lavori a causa della mancanza del numero legale per l’assenza dei consiglieri di Direzione Italia e dell’abbandono dell’aula da parte delle opposizioni.

Nella fase preliminare della seduta, il capogruppo di Direzione Italia Filippo Tatò ha dato lettura di un documento sottoscritto dai consiglieri del suo gruppo consigliare, dal consigliere Zitoli e dai partiti di Lega e Forza Italia col quale si richiedeva l’azzeramento della giunta come condizione necessaria per riavviare un dialogo con il primo cittadino.

A nulla è valso l’appello del sindaco alla responsabilità: le opposizioni non si sono prestate a proporre un proprio nome come presidente del consiglio e consentire l’avvio dei lavori consiliari. Diversamente dalle altre occasioni il sindaco è stato protagonista di un piccato intervento in aula con il quale ha rivendicato il suo essere “libero”, la sua determinazione a non voler sottostare a dictat su interessi di poltrona e ha invitato i consiglieri presenti ad un atto di responsabilità.