Il 18,5 per cento dei quindicenni pugliesi dichiara di non fare mai attività fisica, di contro il 20,8% nel tempo libero dedica almeno due ore al giorno alla visione di video sugli smartphone o guarda la televisione; mentre il 15,6% trascorre almeno due ore al giorno a giocare al computer.

È quanto emerge dallo studio sugli stili di vita e salute dei giovani pugliesi tra gli 11 e i 15 anni elaborato dal gruppo di ricerca HBSC composto dall’Istituto superiore della sanità, dalle Università di Torino, Padova e Siena, dal ministero della Salute, dal ministero dell’Istruzione e Regione Puglia. Lo studio è stato presentato a Bari, nel padiglione in Fiera del Levante della Regione Puglia, alla presenza del governatore Michele Emiliano. “I ragazzi si muovono molto poco – ha dichiarato Paola Nardone, ricercatrice dell’Istituto superiore della sanità – l’Oms raccomanda di praticare almeno 60 minuti di attività fisica tutti i giorni. Bisogna investire per migliorare e mettere in condizione i ragazzi di poter svolgere attività fisica. È un discorso che va al di là dell’educazione fisica a scuola, che dovrebbe coinvolgere la società in generale: bisogna progettare città che possano agevolare il movimento dei ragazzi e poi agire sullo sport”, conclude la ricercatrice.

Il rischio sarebbe quello di far aumentare quel 31,4 per cento dei bambini pugliesi che risulta essere obeso anche a causa di abitudini alimentari sbagliate con un insufficiente consumo di frutta e verdura, a quanto si apprende, invece, dal rapporto realizzato dall’Unicef, l’organizzazione Mondiale della Sanità e Lancet, sulla base dei dati Istat. Questo creerebbe un aumento di rischio di malattie cardiovascolari del 98 per cento.

Secondo i dati AIRC in Puglia, grazie ad una corretta alimentazione, è stato superato il 58 per cento delle cure per tutti i tumori a cinque anni.  I dati riferiti dal dottor Antonio Moschetta, ricercatore AIRC e Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Bari, dicono che grazie alla dieta mediterranea e al cibo Km0, l’incidenza dei tumori allo stomaco è inferiore del 27 per cento, del 30 per cento per quelli al pancreas e del 50 per cento per il fegato, rispetto alle regioni del Nord Italia. Buone abitudini che vanno impostate correttamente, sin dall’età scolare.