regioneDa una parte c'è il presidente della Regione, Michele Emiliano, che insiste sulla necessità di andare al voto nel prossimo mese di luglio.

Da una parte c’è il presidente della Regione, Michele Emiliano, che insiste sulla necessità di andare al voto nel prossimo mese di luglio.

Dall’altra c’è un centro destra che, a fatica, prova a ritrovare unità d’intenti nella scelta del candidato presidente ma intanto prende tempo, affidando ad alcuni istituti di ricerca un sondaggi per valutare il gradimento del possibile candidato. Perché nella coalizione c’è la Lega che spinge per indicare Nuccio Altieri e Fratelli d’Italia che, da tempo, ha chiesto e ottenuto la disponibilità dell’europarlamentare Raffaele Fitto.

Un derby che non solo divide la coalizione di centro destra, ma ha spaccato la Lega con l’intervento risolutore del leader, Matteo Salvini, che ha messo fuori dal partito i contrari alla scelta di Altieri come candidato presidente.

L’ultima parola, sulla scelta del competitor di Michele Emiliano, arriverà dai leader nazionali dei tre partiti (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), probabilmente già nella riunione prevista per martedì 2 giugno, giornata in cui si terrà la manifestazione unitaria a Roma in occasione della Festa della Repubblica.

Le elezioni regionali, del resto, sono comunque vicine: il Governo vorrebbe fissare la data del voto (in una sorta di election day con comunali e referendum sul taglio dei parlamentari) per il 20 settembre. Le regioni, e tra queste la Puglia, spingono invece per andare alle urne il 26 luglio.

Data sulla quale insiste anche il governatore Michele Emiliano: “Il paese torna alla normalità – sono le parole del governatore – ma si nega agli italiani la possibilità di votare per tempo”.

Secondo Emiliano, che si sposa la linea dei suoi colleghi Zaia, Toti e De Luca, votare in autunno potrebbe coincidere con il rischio di una nuova ondata di contagi da coronavirus e, a quel punto, la possibilità concreta di doverle rinviare ancora. “Il Governo – ammonisce Emiliano – si è ficcato in un tunnel, sia dal punto di vista costituzionale sia dal punto di vista epidemiologico, dal quale prima si tira fuori e meglio è”.