Il Senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo ha presentato “un’interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio per sapere se è a conoscenza” della “particolare e gravissima condizione pugliese delle carceri e quindi se ritiene necessario intervenire per garantire ai lavoratori della Polizia penitenziaria pugliese la tutela dei diritti di sicurezza e di salute sul lavoro”.

In Puglia, evidenziano i dati diffusi in una nota da Zullo, “il rapporto fra agenti e detenuti è decisamente peggiore rispetto alle altre regioni italiane: se la media nazionale è 0,663, in Puglia scende drasticamente a 0,496. Questo perché nelle carceri pugliesi è previsto un organico (fissato nel 2017) di 1.937 unità a fronte di 2.400 detenuti, ma allo stato attuale in cella ci sono oltre 3.900 detenuti. Un dato che rende la Puglia la regione più affollata della nazione in termini percentuali”, ha spiegato Zullo.

I sindacati, “in modo particolare il Sappe, hanno più volte denunciato questo stato di cose, hanno più volte evidenziato in esposti che se il sovraffollamento delle carceri nazionali ammonta al 10% circa, nelle strutture pugliesi è arrivato anche 50-60% circa della capienza regolamentare, sceso quest’anno al 35% solo per l’intervento del DAP mediante l’apertura di tre nuovi padiglioni nelle città di Lecce, Taranto e Trani, con un ammontare di 600 posti, senza però rivedere gli organici”.

L’attuale condizione si traduce in “una mancanza di diritti essenziali per i detenuti, ma anche per gli agenti” che non riescono né “a fruire dei diritti spettanti dal contratto di lavoro”, “né a controllare adeguatamente i detenuti”: questo si “rifletterebbe negativamente sulla sicurezza dei detenuti, anche per via dei suicidi avvenuti dall’inizio dell’anno all’interno dei penitenziari pugliesi”.

Non solo: “risulterebbero aumentati gli eventi critici e le aggressioni subite dai poliziotti”, che “in molte occasioni hanno richiesto l’intervento del pronto soccorso, ed in alcuni casi avrebbero riportato anche lesioni permanenti”.

Una situazione che “costringe il personale in servizio a raddoppiare le ore di lavoro con turni che si protrarrebbero anche 12 ore contro le 6 previste dal contratto collettivo nazionale, con evidenti ripercussioni sulle loro condizioni psicofisiche”.