L’autonomia differenziata sembra essere sempre più vicina.

Ieri dalla Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti Locali è arrivato il via libera, un primo step, suscitando le ire e la contrarietà– specie nel Mezzogiorno d’Italia, con in testa Puglia e Campania, ma anche di Emilia Romagna e Toscana – di politica, sindacati e ordini di categoria medica.

Il disegno è stato voluto dal Governo e da Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, che ne ha firmato il testo.

Ora toccherà presentare il testo al prossimo Consiglio dei Ministri «per la definitiva approvazione».

L’Anci – che raccoglie ottomila Sindaci di ogni parte politica -, con a capo il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro ha presentato un documento – che sarà valutato – contenente le osservazioni dei Comuni sul testo di legge, accompagnato da una serie di emendamenti a partire dall’individuazione e finanziamento dei livelli essenziali di prestazione e su un processo che prevede la devoluzione alle Regioni di funzioni non solo legislative ma anche amministrative e gestionali, senza tenere conto del ruolo e del contributo che in tutti questi anni i Comuni italiani hanno offerto.

A manifestare in modo netto la sua posizione il governatore Michele Emiliano, che ne ha chiesto il ritiro.

L’approvazione del DDL sull’autonomia differenziata “rappresenta un pericoloso passo nella direzione del disgregamento dell’unità del Paese”, ha commentato il Segretario Generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo.

“Il Governo ha deciso di proseguire nonostante i tanti avvertimenti lanciati da parti sociali, istituzioni ed esperti”: “oggi esistono gap pesantissimi – ha ricordato Gesmundo -, primi fra tutti sanità e istruzione, ma che vedrebbe pesantissime ripercussioni sulle politiche di sviluppo”.

Per questo la “Cgil Puglia continuerà ad essere in prima fila nell’opposizione alla legge”.

“Credo che il vero tema sia colmare le disuguaglianze, un obiettivo che la sanità delle Regioni in questi vent’anni non è riuscita a realizzare”, ha aggiunto il Presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Filippo Anelli.

“Nell’auspicio che si ritrovi unità di intenti su un tema oggi ancora divisivo, invitiamo le Regioni e il Governo a individuare risorse con le quali il Ministero della Salute potrà realizzare progetti che servano a garantire una maggiore equità nell’accesso alle cure in tutte quelle Regioni ove gli indicatori di salute sono più bassi”.