“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. I versi danteschi della divina commedia hanno pervaso e caratterizzato la notte di Trani, buia, adornata di corpi celesti e scandita dalle sirene degli allarmi, che hanno tenuto svegli i cittadini insieme al silenzio dei condizionatori e dei ventilatori, amaramente spenti a causa del blackout che ha interessato tutto il territorio cittadino.

Notte di sospiri, di caldo e di speranza, come quella espressa dal sommo poeta nella celebre frase pronunciata all’inferno; e così i cittadini tranesi si sono ritrovati come Dante e Virgilio a scrutare il cielo in cerca di qualche forma di refrigerio, in una delle notti più calde delle ultime estati.

A causare l’interruzione di energia elettrica, durata circa dall’una di notte alle quattro, un malfunzionamento di una cabina elettrica in Via Superga, che a sua volta ha creato un guasto secondario nella cabina primaria tra Trani e Andria che trasforma la tensione da 150000 a 20 mila volt su tutto il territorio. 

Causa del problema sarebbe stata la rottura di un cavo che a causa della vetustità della cabina primaria, risalente al 1970, ha portato a rivedere le stelle tutti i cittadini tranesi. Una interruzione del servizio elettrico che avviene proprio in una fase delicata, in cui avviene un graduale passaggio di servizi da Amet, l’azienda muncipalizzata tranese, principale fornitore di energia elettrica in città, e che recentemente ha ceduto la responsabilità della pubblica illuminazione all’azienda privata City Green Light.

Il contratto firmato dalla stessa azienda privata con la città di Trani prevede, che avrà durata 9 anni, prevede la riqualificazione, con sorgenti led dei punti luce  e delle lanterne semaforiche presenti sul territorio comunale. Oltre alla sostituzione dei corpi illuminanti, tra i compiti dell’azienda ci sarebbe anche la riqualificazione di linee ammalorate e di 70 quadri elettrici di distribuzione con spromiscuamento. Problemi non solo per il sonno interrotto e per l’anticiclone africano Caronte che ha tenuto oltre i trenta gradi le temperature notturne ma anche per i commercianti, che hanno dovuto far fronte allo spegnimento delle attrezzature, frigoriferi in primis, e per gli imprenditori della movida, in cui il buio non ha esaltato il senso civico degli avventori dei locali; molti infatti sarebbero stati i clienti che allo spegnimento delle luci hanno abbandonato le attività commerciali senza pagare il conto.