Cemento e alberi; un difficile rapporto tra natura e tecnologia che anima il dibattito politico e tra i comuni cittadini di Barletta.

Le due rappresentazioni per antonomasia di sviluppo e tradizione, se ben separate non entrano necessariamente in conflitto; se mischiate, o ancora meglio sovrapposte, diventano un vero pasticcio. E’ proprio ciò che è avvenuto in Via Vittorio Veneto, nei pressi del cantiere per la realizzazione del secondo fronte della stazione ferroviaria, dove la ditta appaltatrice dei lavori ha sversato colate di calcestruzzo nelle aiuole degli alberi, condannandoli a morte certa essendo trasformati in impermeabili, e quindi impossibilitati a nutrirsi. Ferrotramviaria s.p.a., titolare dei lavori, dopo la dura presa di posizione del Sindaco di Barletta Cosimo Cannito e del circolo locale di Legambiente, aveva ammesso l’errore, disponendo il ripristino delle aiuole e la decementificazione degli arbusti, appaltando il lavoro alla ditta “La Cascina”.

Da parte dell’amministrazione comunale era già arrivata la diffida  a Ferrotramviaria spa a rimuovere il manufatto cementizio e a ripristinare lo stato dei luoghi con effetto immediato” specificando che la non ottemperanza a quanto diffidato comporterebbe la sanzione secondo quanto previsto dal Titolo VI del Regolamento Comunale per la tutela e fruizione del patrimonio verde urbano pubblico e privato, preannunciando sanzioni con importi fino a € 500.00 per albero danneggiato.

Azione cementificatrice stigmatizzata anche dalla società civile, come nel caso delle associazioni Italia Nostra e Archeoclub, che hanno indirizzato una interrogazione indirizzata al Comandante della Polizia Locale, il colonnello Savino Filannino e al responsabile dell’UTT, il geom. Francesco Attolico.