I passi in avanti sono in vetrina, ma siamo ancora lontani dal “vissero felici e contenti”. Perché il pareggio a reti bianche di domenica contro il Gallipoli ha lasciato un forte retrogusto amaro in casa Barletta. Tante occasioni sprecate, su tutte quelle di Venanzio e Inguscio quasi in fotocopia, e un conto aperto con la sfortuna visti i legni di Silvestri e Marconato. Restano, però, i limiti di una squadra che in novanta minuti ha faticato e non poco ad innescare tutti gli attaccanti che si sono alternati sulla giostra biancorossa. Ginestra conserva qualche alibi, ma non cerca scuse.

Positivo, invece, l’impatto di Guido Marilungo con il mondo Barletta. È chiaro che servirà del tempo per vederlo al 100%. Il peccato originale è aver portato l’ex Atalanta e Sampdoria all’ombra di Eraclio solo a campionato iniziato e non durante la preparazione.

Aumentano, intanto, i rimpianti per non aver sfruttato un calendario apparentemente favorevole. Quattro i punti racimolati contro Paganese, Santa Maria Cilento e Gallipoli: un bottino troppo esiguo, vista la caratura degli avversari. Al cospetto di un Nardó ferito e ancora alla ricerca dei primi tre punti stagionali, servirà la migliore versione del Barletta per non scoperchiare il vaso di Pandora dopo appena quattro giornate.