Dalla scelta del nome al Sinodo, dieci anni di pontificato tra misericordia, riforme e vicinanza agli ultimi
ROMA – Si è spento oggi, lunedì 21 aprile 2025, Papa Francesco. Il Pontefice, nato Jorge Mario Bergoglio, era salito al soglio pontificio il 13 marzo 2013, primo Papa gesuita, primo sudamericano, primo a scegliere il nome Francesco, in omaggio al poverello di Assisi. Un nome che si è rivelato profetico per lo stile del suo pontificato: sobrio, vicino agli ultimi, impegnato per la pace e il dialogo.
Il pontificato della misericordia
Fin dai primi giorni, Francesco ha posto l’accento su una Chiesa “in uscita”, capace di ascoltare, accogliere e camminare accanto all’uomo contemporaneo. L’Anno Santo della Misericordia (2015-2016) è stato uno dei momenti centrali del suo pontificato, segnato dall’apertura delle Porte Sante in tutto il mondo e dall’invito a riscoprire il volto misericordioso di Dio.
La riforma della Curia e il Sinodo sulla sinodalità
Francesco ha portato avanti una decisa riforma della Curia romana, culminata con la nuova Costituzione apostolica Praedicate Evangelium (2022), che ha ridisegnato l’assetto della governance vaticana, puntando su trasparenza, semplificazione e missionarietà.
Il suo pontificato si è caratterizzato anche per il rilancio del Sinodo come luogo vivo di confronto e discernimento. Il percorso sinodale sulla sinodalità, iniziato nel 2021, ha rappresentato un tentativo senza precedenti di coinvolgere tutto il popolo di Dio nel governo della Chiesa.
I gesti simbolici e l’impegno per la pace
Numerosi i gesti simbolici che hanno segnato questi anni: dalla lavanda dei piedi ai detenuti il Giovedì Santo, ai viaggi in terre martoriate dalla guerra e dalla povertà. Memorabili l’incontro di preghiera per la pace in Vaticano con i presidenti israeliano e palestinese nel 2014, il viaggio a Lampedusa contro l’indifferenza verso i migranti, e la storica visita in Iraq nel 2021.
L’enciclica “verde” e la fratellanza universale
Con l’enciclica Laudato si’ (2015), Francesco ha richiamato il mondo alla responsabilità verso il creato, mentre con Fratelli tutti (2020) ha lanciato un appello globale alla fraternità e al dialogo tra popoli e religioni. Temi che ha approfondito fino alla fine, richiamando le nazioni a un nuovo patto sociale e ambientale.
Fino all’ultimo, accanto alla gente
Anche negli ultimi mesi, segnati dalla fragilità fisica, Papa Francesco non ha mai interrotto il suo impegno: udienze, Angelus, celebrazioni, strette di mano ai bambini e parole di conforto ai sofferenti, come nell’ultima Pasqua. Il suo sorriso, la sua voce roca, i suoi appelli accorati restano impressi nella memoria dei fedeli.
Con la morte di Papa Francesco si chiude un’epoca. Ma il suo magistero, le sue parole, i suoi gesti continueranno a parlare alla Chiesa e al mondo.