La Fiera di Aprile 2025 di Andria si è aperta nel segno della protesta. Nessuna bancarella è stata montata dagli ambulanti, che hanno scelto di astenersi dal lavoro in segno di dissenso contro i costi giudicati eccessivi. La sospensione delle poche attività previste e la conferma della sola parte commerciale della manifestazione, indicata nel Documento Strategico del Commercio, non sono bastate a placare il malcontento.

Il Comune non ha convocato un tavolo di confronto con gli operatori né ha comunicato ufficialmente decisioni o aggiornamenti, ignorando così la protesta portata avanti dagli ambulanti fieristi. I costi elevati, che hanno aggravato le difficoltà economiche delle famiglie, hanno provocato un crollo del 90% delle domande di partecipazione: su 27 richieste, solo pochi operatori hanno effettivamente ritirato l’autorizzazione.

L’amministrazione comunale, accusata di trascurare i problemi concreti preferendo incontri di propaganda, è finita nuovamente nel mirino delle critiche. “Una scenetta del peggior teatro dei bassifondi suburbani che mette insieme attori di quarta serie”, hanno commentato i rappresentanti degli ambulanti riferendosi anche agli aumenti tariffari decisi per i dehors e approvati dal Consiglio Comunale a gennaio.

L’associazione CasAmbulanti Fieristi, attraverso una nota firmata dal presidente Savino Montaruli, ha ribadito il proprio dissenso: “Siamo consci delle difficoltà di chi è a capo del settore, incapace di portare a termine una sola azione positiva. Quattro anni di fallimenti che oggi culminano con la demolizione definitiva di eventi storici come la Festa Patronale e la Fiera di Aprile”. Montaruli ha sottolineato come la fiducia concessa negli anni sia stata ripagata con “irriconoscenza”, denunciando un sistema amministrativo basato su “insufficienza, mediocrità, accanimento e persino cattiveria”.

Secondo Montaruli, “il disastro politico si somma a quello gestionale ed economico, provocando gravi danni anche alle casse comunali e agli imprenditori del piccolo commercio”. La situazione, ha concluso, “non regge più, basata com’è sul nulla e sulle nullità”.