Misurare uno stato d’animo come la fiducia è davvero complicato. I risultati sul campo potrebbero essere un valido indicatore e negli ultimi anni, con Giuseppe Di Benedetto al timone, la Fidelis Andria ha sempre disputato campionati di vertice. Un quarto posto con semifinale playoff nella scorsa stagione, un piazzamento identico in quella attuale con il pass per gli spareggi già in tasca. I freddi numeri, però, non sempre fanno breccia tra i tifosi. Gli striscioni apparsi in città, indirizzati proprio a Di Benedetto, sono un chiaro esempio di come il rettangolo verde a volte non sia sufficiente.

Ad oggi i timori per una nuova estate di passione non sono del tutto fugati. La cronaca ha evidenziato che i conti del club non erano in ordine già al momento del passaggio di consegne nel 2023, ma l’attuale numero uno della Fidelis ha deciso di fare all-in sul tavolo verde del girone H di serie D. Gli investimenti, soprattutto durante questa stagione, sono stati importanti e allo stesso tempo eccessivi. Qui ci sono anche le responsabilità, in qualità di direttore sportivo, di Gianni Califano, scelto in prima persona dal presidente per puntare al salto di categoria.

Tra doppioni e investimenti sbagliati, il suo progetto tecnico è naufragato dopo appena cinque giornate con l’esonero di Ciro Danucci. È toccato a Giuseppe Scaringella provare a rimettere la macchina in carreggiata, con il peso della rincorsa che ha presentato il conto nel trittico tra Ugento, Manfredonia e Francavilla in Sinni, dove la Fidelis Andria ha incamerato un solo punto, abbandonando ogni velleità di primo posto.

Il ridimensionamento, in ogni caso, era già in atto da ottobre, ma i risultati positivi degli ultimi mesi hanno solo nascosto problemi destinati prima o poi a riemergere. La piazza, dunque, chiede trasparenza e lo fa attraverso gli striscioni: in ballo c’è il futuro della Fidelis Andria.