Tra la Fidelis Andria e Aldo Papagni c’è sempre stata una costante: la Serie C. Nelle 109 panchine alla guida dei biancazzurri, infatti, il filo conduttore non è mai cambiato. Le prospettive, in ogni caso, si sono rovesciate e gli ultimi due anni in Serie D non sono serviti a tirare fuori dalle sabbie mobili dei dilettanti la Fidelis Andria. La stagione, con ogni probabilità, si chiuderà con la seconda partecipazione ai playoff del girone H. Un obiettivo nel complesso positivo, ma le prospettive a inizio stagione erano altre. Già ad ottobre i piani ambiziosi del presidente Giuseppe Di Benedetto e del direttore sportivo Gianni Califano hanno subito un primo scossone con l’esonero di Ciro Danucci dopo appena cinque partite.

Un segnale forte che ha subito responsabilizzato la squadra, trascinata dall’ottimo lavoro di Giuseppe Scaringella, protagonista con la sua Fidelis Andria nella scalata verso i piani alti della classifica. Nelle ultime tre partite, però, sembra essersi spenta la luce in casa biancazzurra: appena un punto racimolato, quello in casa contro il Manfredonia, con i passi falsi di Ugento e Francavilla in Sinni che hanno ridimensionato le ambizioni di Fantacci e compagni. Otto i punti di ritardo accumulati dal Casarano: troppi per pensare a una nuova rimonta.