BARLETTA – «Mio fratello Benedetto non va accostato ai neofascisti che lo hanno assassinato, la strumentalizzazione per fini di propaganda politica è inaccettabile». È il contenuto della lettera inviata al sindaco Cosimo Cannito da Porzia Petrone, sorella di Benedetto. Il consiglio comunale di Barletta ha approvato, pur con l’opposizione che ha abbandonato gli scranni di via Zanardelli al momento del voto, l’intitolazione di due vie cittadine a Sergio Ramelli e proprio a Benedetto Petrone, vittime dell’odio politico degli anni di piombo.
Porzia Petrone, tutt’altro che favorevole alla proposta avanzata da Fratelli d’Italia, si scaglia contro la proposta avanzata dal partito di maggioranza: «Non accetto i fini propagandistici di questa trattativa, che rappresenta solo un modo per piegare la memoria di Benedetto. Mi sento offesa da questa vicenda».
La questione dell’odonomastica cittadina è stata ripresa anche da Michele Grimaldi, ex direttore dell’Archivio di Stato di Barletta, durante l’ultima puntata di Botta e Risposta.