Nuovo allarme per la Xylella fastidiosa nel territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani. A Minervino Murge è stato effettuato, nella mattinata di lunedì 5 maggio, l’espianto di un ulivo risultato infetto dal batterio, all’interno di un focolaio puntiforme in agro del comune.
L’intervento si è reso necessario per eliminare la fonte primaria di contagio e frenare l’espansione della fitopatia, che ha già compromesso quasi 21 milioni di alberi in Puglia.
A comunicarlo è Coldiretti Puglia, che ribadisce l’urgenza di adottare misure immediate non solo per gli espianti ma anche per il contenimento del vettore della malattia, la sputacchina. Questo insetto, nella fase giovanile e adulta, rappresenta il principale canale di diffusione del batterio ed è presente in gran numero in aree incolte, cigli stradali e campi abbandonati.
Secondo Coldiretti, le azioni di diserbo e pulizia devono coinvolgere anche gli enti pubblici, come Comune, Consorzi di Bonifica, ANAS e Demanio, chiamati a rimuovere le condizioni favorevoli alla proliferazione dell’insetto vettore. È fondamentale, sottolinea l’associazione, intervenire in modo sistematico con lavorazioni come arature, fresature, erpicature e trinciature, estendendo l’elenco dei comuni interessati anche a Minervino Murge.
L’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia ha istituito per l’area una zona infetta con raggio di 50 metri e una zona cuscinetto di 2,5 chilometri. All’interno di quest’area si è già attivata una sorveglianza rafforzata per verificare l’eventuale presenza di altre piante colpite e aggiornare di conseguenza i confini dell’area infetta.
Coldiretti ribadisce che il rischio di diffusione non riguarda solo gli spostamenti dell’insetto con le proprie forze – che può percorrere fino a 400 metri – ma anche il trasporto passivo su veicoli, come automobili e camion, che possono inconsapevolmente contribuire alla diffusione della malattia su lunghe distanze.
“La sputacchina nasce sana e diventa infetta solo nutrendosi di una pianta contaminata”, ricorda Coldiretti, “e una volta infettata, lo rimane fino alla morte, continuando a diffondere il batterio”.
Secondo l’associazione, la strategia per contenere la Xylella non può prescindere da una combinazione di prevenzione meccanica e fitosanitaria, monitoraggi visivi e strumentali, campionamenti, espianti mirati e soprattutto l’utilizzo di tecnologie avanzate per la diagnosi precoce dei focolai.
“La tempestività e l’efficacia degli interventi sono l’unica vera garanzia per salvaguardare le aree ancora indenni in Puglia e nelle regioni limitrofe”, conclude Coldiretti.