Sul corpo semicarbonizzato ritrovato il 29 aprile in un rudere di campagna tra Canosa di Puglia e Minervino Murge sono stati rilevati segni compatibili con colpi d’arma da fuoco. Si rafforza così l’ipotesi che la vittima – che potrebbe essere Francesco Diviesti, il 26enne di Barletta scomparso il 25 aprile – sia stata uccisa con più colpi di pistola prima che il corpo venisse dato alle fiamme. Sul luogo sono stati trovati bossoli riconducibili a due armi di calibro differente, elemento che fa pensare a un’azione violenta e premeditata, forse condotta da più persone. L’autopsia, eseguita da Sara Sablone dell’Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari, dovrà chiarire se il giovane fosse già morto quando è stato bruciato. Intanto, la Direzione distrettuale antimafia di Bari indaga per omicidio aggravato dal metodo mafioso. Cinque le persone al momento indagate: tre uomini di Barletta, un residente di Minervino Murge – proprietario di una villa sequestrata nei pressi del rudere – e un cittadino albanese attualmente irreperibile.