Con il senno di poi, sempre facile da usare, la scelta di affidarsi a Giuseppe Scaringella è arrivata in ritardo di qualche mese. Perché la mancata riconferma in estate, che avrebbe potuto dare continuità al progetto, ha portato poi alla necessità di un cambio in corsa. Subentrato a Ciro Danucci dopo appena cinque partite, numeri alla mano, il bilancio del quarantanovenne tecnico andriese è stato positivo. In 30 panchine ha collezionato 16 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte per un totale di 54 punti.

Oltre a guidare una rimonta che sembrava impossibile, con la squadra che ha perso anche diverse pedine nel mercato di dicembre come Francesco Felleca, Scaringella ha mescolato idee e carattere di un gruppo che sembrava smarrito fino a chiudere davanti a tutti al termine del girone di andata. Le note vicende societarie, poi, hanno completamente stravolto il cammino della Fidelis Andria, culminato nella semifinale playoff contro il Martina che ha premiato la squadra di Pizzulli solo per la miglior classifica.

Non un semplice traghettatore, dunque, ma un allenatore capace di dare nuova linfa a un progetto destinato a naufragare già all’alba della stagione. L’aspetto più convincente della sua gestione, in ogni caso, è da cercare in attacco: almeno un gol segnato in 25 delle 30 partite disputate. Con il tridente Kragl-Fantacci-Da Silva in campo, la squadra ha trovato spesso soluzioni e continuità sotto porta. Aspetti non proprio di poco conto.

Ora c’è da programmare il futuro e con la Fidelis Andria di Luca Vallarella che strizza l’occhio alla sostenibilità, ripartire da Scaringella potrebbe essere la scelta più azzeccata. La palla passa tra le mani della nuova società.