Senza maggioranza meglio dimettersi: il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, sceglie la soluzione più traumatica (anche se avrà venti giorni di tempo per ripensarci dopo aver protocollato le dimissioni questa mattina alle 13) per provare ad uscire dalla crisi politica nella quale si è avviluppata la coalizione del buon governo. Quella che avrebbe dovuto garantire stabilità per i prossimi cinque anni ed invece si è rivelata una trappola nella quale il sindaco non vuole restare impigliato. Lo ribadisce anche durante il suo lungo intervento nel caldo (in tutti i sensi) consiglio comunale di domenica 5 agosto.

Il sindaco non è ostaggio di nessuno, neanche della sua maggioranza. Anche se, come ammette Cannito in apertura del suo intervento, la maggioranza non c’è. Un’ammissione di colpa con successiva apertura ad un confronto politico con tutte i partiti presenti in consiglio comunale.

Meglio dimettersi, spiega Cannito, dispiaciuto per la città che lo ha votato, ma sereno per la scelta annunciata al consiglio comunale. Dimissioni che resteranno valide per venti giorni, quelli nei quali si proverà a salvare il salvabile, anche se resteranno gli strascichi di questa brutta pagina della vita politica barlettana. Se tra venti giorni la situazione sarà ancora di stallo, allora spiega Cannito, meglio andare a casa.

Non le manda a dire Cannito, soprattutto ai nove dissidenti (dai quali però si è dissociata Rosa Tupputi, con un comunicato stampa nel quale ribadisce il sostegno al sindaco). E quando replica al consigliere Pino Rizzi (che chiedeva l’azzeramento della Giunta), l’intervento del sindaco viene accolto da un applauso quasi liberatorio.

Applausi anche al termine del lungo intervento di Cannito. Lo spettacolo del consiglio comunale, per adesso, può terminare.