Secondo pareggio in due gare, ancora figlio di una rimonta subita. Stavolta il Lecce non spreca tre gol di vantaggio, come a Benevento, ma forse il 2-2 con la Salernitana rappresenta una beffa persino più atroce. Sì, perché il successo al debutto tra le mura amiche ci stava tutto, e vederlo sfumare in extremis per via di un gol probabilmente irregolare deve bruciare parecchio.

Si gioca su un terreno in condizioni precarie, tanto da rendere concreta l’ipotesi di un rinvio, poi scongiurata dall’accordo tra le contendenti. I padroni di casa, però, sembrano a proprio agio e si presentano subito al tiro con Petriccione. Nell’occasione Micai non fa una piega, ma poco dopo l’estremo ospite deve inchinarsi alla prodezza in acrobazia di Mancosu, favorito dalla marcatura arrendevole di Vitale. Corre il minuto numero 4 e le cose sembrano già mettersi bene per il Lecce, anche perché la reazione campana non arriva. Sono i pugliesi, anzi, a legittimare il vantaggio col prolungato possesso palla e con la punizione di Falco, che spaventa Micai. Solo nel finale di prima frazione la Salernitana batte un colpo con Di Gennaro: soluzione potente ma imprecisa.

In avvio di ripresa lo stesso Di Gennaro si conferma il più ispirato dei suoi, ma non ha fortuna con la volée mancina dal limite. Ispirato, e molto più pericoloso, si conferma sul fronte opposto anche Falco, protagonista di una pregevole iniziativa personale al 23′: serve il miglior Micai per scongiurare il raddoppio salentino. Serve il peggior Vigorito, invece, per consentire ai granata di pareggiare al 27′: l’uscita del portiere giallorosso è da censura; il nuovo entrato Bocalon ringrazia e fa 1-1.

Liverani cambia: dentro Chiricò per Scavone e Lecce a trazione anteriore. Falco, migliore in campo con Mancosu, si carica la squadra sulle spalle e al 36′ la riporta avanti: magistrale la sua punizione mancina, che lascia di stucco Micai. Meritata la standing ovation per lui di lì a poco, quando esce per far posto a Venuti. Liverani cerca così di cautelarsi per condurre in porto la vittoria, ma è lui stesso a lasciare senza guida tecnica il team pugliese, facendosi cacciare per proteste in vista dei titoli di coda. E proprio sui titoli di coda, ecco la doccia fredda. È appena cominciato il primo dei quattro minuti di recupero concessi dal fischietto teramano Di Martino, che chissà come non vede una spinta di Bocalon a Lucioni e convalida la rete in mischia di Castiglia. Inutili le proteste leccesi e grande delusione per i 13mila sostenitori giallorossi accorsi al Via del Mare.