Taranto dà il via libera all’accordo con ArcelorMittal. Il deciso e convinto “sì” proviene dai dipendenti che si sono espressi favorevolmente con il 94% dei consensi.  I lavoratori erano stati chiamati ad esprimersi sulla vicenda dell’acquisizione del siderurgico Ilva e nello specifico sull’intesa raggiunta al Ministero dello Sviluppo Economico con i sindacati e il nuovo investitore.

E ad esprimere grande soddisfazione per l’esito del referendum, sono stati i sindacati di Taranto che hanno definito l’accordo e il voto conclusivo “un punto di partenza per il rilancio della fabbrica e il risanamento ambientale”. Per una città come quella tarantina, divisa tra lavoro e salute.

Le organizzazioni sindacali, in particolar modo, hanno sottolineato come il documento votato tramite il referendum “metta in sicurezza tutti gli operai e azzeri i licenziamenti”.   Assicurati 10700 posti di lavoro, di cui 8200 a Taranto, sui 13500 circa complessivi del gruppo.

Ma non tutti hanno considerato positivamente il risultato ottenuto con il referendum.  C’è infatti chi ha detto “no” all’intesa, come gli operai del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, che hanno contestato le modalità di voto, denunciando come ai lavoratori non sia stato richiesto ne il tesserino ne il documento di identità e che dunque chiunque avrebbe potuto votare più volte.

Voci di dissenso si sono levate anche dagli stessi cittadini di Taranto.  “Hanno votato i lavoratori, ma non la città”, hanno commentato in tanti su Facebook.

Dura anche la posizione degli ambientalisti. Il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti, ha invitato a una “resistenza popolare” perché “con l’aumento della produzione a 8 milioni di tonnellate annue, per di più con impianti in parte fuori norma, una fetta della popolazione sarà esposta a un rischio cancerogeno inaccettabile. È necessaria una resistenza a oltranza- ha specificato Marescotti- Una resistenza nonviolenta. Con i bambini e le mamme in prima fila. Con in mano solo la nuda richiesta del diritto alla vita. Massima contestazione – ha  proseguito e attaccato l’ecologista – di questo scellerato governo che ci condanna a un futuro di malattia e morte”.

E ad intervenire sulla vicenda è stato anche il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci  che non ha voluto “commentare il risultato del referendum che ha visto i lavoratori dell’Ilva esprimersi in modo così netto a favore dell’accordo” ma che ha garantito allo stesso tempo “l’impegno dell’amministrazione affinché quel posto di lavoro diventi un luogo sicuro nel quale vengano rispettate le misure ambientali”.