La convocazione per lunedì pomeriggio nella sede dell’Ager viene letto come un piccolo passo avanti. Per arrivare alla soluzione di una vicenda che vive un paradosso tutto italiano, però, servirà del tempo. Quello che, a giudizio del sindaco di Cerignola, Franco Metta, sta costando soldi pubblici nella gestione della raccolta rifiuti. La questione è quella dell’impianto di biostabilizzazione di Contrada Cafiero: potrebbe funzionare ma è spento, mancando le autorizzazioni ambientali della Regione. Alla quale Metta si è rivolto non più tardi di una settimana fa, per l’ennesima volta, chiedendo al presidente Emiliano di firmare un’ordinanza extra ordinem per riaprire l’impianto (messo a norma grazie all’intervento di Aseco) e dare la possibilità ai sei comuni della provincia di Foggia (oltre a Cerignola anche Stornara, Stornarella, Carapelle, Orta Nova e Ordona) e ai tre del nord barese (Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia), si biostabilizzare in casa i propri rifiuti e non spendere ulteriori soldi per mandarli a Massafra. La risposta della Regione, per adesso, è tutta nella convocazione per lunedì nella sede dell’Ager (l’agenzia regionale per la gestione dei rifiuti). Un passo avanti a giudizio di Metta.

Se la prospettiva è rosea (il funzionamento dell’impianto a Forcone Cafiero farebbe risparmiare i Comuni nella biostabilizzazione dei rifiuti), il presente è comunque un conto salato da pagare. Perché i costi aggiuntivi per l’invio dell’immondizia nel centro di Massafra, si farà sentire nella bolletta che sta per arrivare nelle case dei cerignolani.