“Il cielo del quartiere Tamburi di Taranto si è oscurato”. Lo ha scritto il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti che su Facebook ha postato un video in cui si vede lo scheletro di uno dei capannoni che coprirà una parte dei parchi minerali.
Quella fetta di città sarà coperta da un’opera “di dubbia utilità, si continuerà a respirare veleno, ma sicuramente i politici avranno i loro cinque minuti di gloria”, concludono gli attivisti sui social.
L’investimento della ditta Cimolai è stato di circa 300 milioni di euro e la nuova proprietà dell’Ilva – ora ArcelorMittal Italia – annuncia che il parco minerali sarà pronto entro la fine del 2019 e che nel maggio 2020 sarà completata anche la copertura del parco carbone. Ogni struttura avrà una lunghezza di 700 metri e una larghezza di 254, le costruzioni avranno 50 arcate ciascuna di 70 metri circa: praticamente una superficie pari a quella di 28 campi da calcio.
Ma le lamentele arrivano anche per le assunzioni: “l’accordo – secondo Francesco Rizzo coordinatore provinciale dell’Unione sindacale di base di Taranto – non prevede 8200 persone impiegate fino al 2023. L’accordo, infatti, prevedeva che il numero dei lavoratori sarebbe cresciuto assieme alla produzione e in maniera proporzionale ai lavori previsti dall’AIA, in aggiunta alle operazioni di manutenzione sugli impianti”.
Tra gli accordi c’era un riequilibrio invece, ad oggi, hanno azzerato alcune attività sostituendo i lavoratori dello stabilimento con operai di aziende dell’indotto operando ed attuando un abbattimento del costo del lavoro”. Si preannunciano ancora cieli coperti non solo fisici e ambientali quindi, ma anche – e ancora – lavorativi.