“Stiamo valutando insieme con l’assessore di Gioia e con l’Avvocatura regionale se ci sono i termini per poter presentare un ricorso alla Corte di Giustizia europea.

Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha così rassicurato i rappresentanti delle tre marinerie di Mola, Molfetta e Monopoli nel corso di un incontro in presidenza convocato per affrontare l’emergenza del settore pesca in crisi a causa della legge attualmente in vigore

All’incontro presenti anche i sindaci dei tre comuni principalmente interessati, Giuseppe Colonna, Tommaso Minervini e Angelo Annese,

due i punti di discussione quella della modifica del regolamento europeo del mediterraneo secondo cui le reti dovrebbero essere di 50 cm di larghezza, una misura oltremodo grande per i pesci dei nostri mari che hanno dimensioni decisamente più piccole

una penalizzazione questa infatti che non riguarderebbe i pescatori dei mari del nord dove è più facile invece trovare,merluzzi, salmoni, tonni più grandi e di rimando la modifica delle sanzioni previste dalla legge nazionale 154 del 2016,  che prevede cifre spropositate dai 4mila ai 75mila euro,per chi, non rispetta la misura dei pesci e le dimensioni delle reti a strascico.

I pescatori pugliesi riuniti sotto le sigle di Alleanza delle Cooperative e Federpesca dunque chiedono sia la modifica del regolamento europeo del Mediterraneo sia interventi sulla legge nazionale

di qui  l’appello rivolto a tutti i parlamentari già in carica di impegnarsi per la parte delle sanzioni pecuniarie previste per l’uso non consentito dell’attrezzo (la rete a strascico di 40 cm anziché 50 cm)”.

La certezza – ha concluso Emiliano – che l’utilizzo della rete inidonea (di 40 cm) avrà sicuramente una sanzione sta impedendo l’uscita in mare di oltre 500 pescherecci, danneggiando fortemente il bilancio di molte famiglie che ora sono in grave difficoltà”.
«L’optimum – ha affermato Giuseppe Gesmundo, di Federpesca Puglia – sarebbe la revisione del quadro normativo comunitario, ma i tempi lunghi non ce lo permettono. L’Italia ha fatto un quadro sanzionatorio oppressivo che non tiene conto delle caratteristiche della nostra pesca, quindi ammorbidire la 154, non potrà che far bene alle imprese in gravi difficoltà».