Arriva l’ok e giungono i consensi dal Ministero della Salute sul piano di riordino ospedaliero della Puglia, ma la situazione nella sanità regionale è tutt’altro che rosea, con voci di dissenso e polemiche innescate su più fronti. A cominciare dall’acceso e lungo dibattito che ha accompagnato l’approvazione della proposta di legge, in Consiglio regionale, sull’abbattimento delle liste d’attesa e con i medici, in prima linea, che si sono detti pronti a incrociare le braccia. In particolar modo è dall’Ordine dei medici di Lecce che è giunta la proposta di sciopero dell’intramoenia per rispondere alle accuse di quanti sostengono che le lunghe liste d’attesa siano da attribuire all’attività libero professionale dei camici bianchi.

Ma le difficoltà vissute in Puglia sono anche connesse alla più volte denunciata carenza di professionisti sanitari. Come quella della accertata mancanza di 4mila infermieri nella regione. E a soffermarsi sul grave momento di difficoltà per il sistema sanitario pugliese, è stato il consigliere regionale del Pd, Ruggiero Mennea con una proposta lanciata e con un’ interrogazione presentata al presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, per il reclutamento del personale infermieristico tramite mobilità extraregionale.

“È possibile rafforzare l’organico ricorrendo all’istituto della mobilità volontarie che consentirebbe ad almeno 800 infermieri residenti in Puglia, ma che lavorano fuori, di rientrare nella nostra regione- ha dichiarato Mennea in una nota- Questo permetterebbe di tappare i buchi che si stanno creando nell’organico sia per il turn over che per i pensionamenti ordinari e quelli legati alla riforma cosiddetta della quota 100. Questo personale- ha proseguito il consigliere regionale del Pd- sarebbe immediatamente disponibile e riuscirebbe a garantire l’assistenza sanitaria negli ospedali con l’avvicinarsi dell’estate, quando la situazione già complicata dell’organico diventa davvero difficile da gestire”.