“Mi fa sentire bene che tutta questa gente corra in mio aiuto”, sono state le poche parole che Gianni – nome di fantasia – il ragazzo di 15anni pestato martedì scorso in via Vittorio Veneto, nei pressi del “braccio” di Palese, è riuscito a scrivere.
Tanta gente che sta correndo ora in aiuto e che, invece, quel tragico pomeriggio di due giorni fa non ha mosso un dito. Perché queste cose tra ragazzi di quartieri diversi di Bari sono ritenute quasi normali, nei giorni precedenti c’era stata una rissa tra bitontini e alcuni coetanei di Santo Spirito. Solo ieri i Carabinieri ne hanno contate sei, tutte tra giovani. “Sei di Bitonto, te ne devi andare di qui”, gli avrebbero detto i cinque aggressori prima di trascinarlo via dalla spiaggia assieme ad altri due amici che sono riusciti a divincolarsi.
Botte e pugni senza motivo che hanno causato all’adolescente dei traumi alla testa, numerose lesioni al volto e al timpano dell’orecchio sinistro che ora è sotto monitoraggio medico.
«Non è con la violenza che si difende il buon nome della propria città – ha detto il sindaco di Bari Antonio Decaro -. Azioni di questo tipo il nome di Bari lo calpestano, lo infangano. Bari è una città che accoglie e che abbraccia, senza chiedere passaporti o certificati di residenza. E quello che avete fatto non ha a che fare né con l’orgoglio, né con il senso di appartenenza. Quello che avete fatto ha solo un nome: bullismo. Il passatempo squallido dei vigliacchi, di quelli che sanno fare i duri contro un ragazzino. Sarete individuati e pagherete per quello che avete fatto. Nel frattempo, spero che i vostri genitori pensino ai loro errori, prima ancora che ai vostri. E sappiano rimediare più in fretta possibile».