Sono giunte in queste ore le dimissioni irrevocabili dell’assessore regionale all’agricoltura Leonardo Di Gioia.

Dimissioni maturate già a gennaio scorso e le motivazioni sono chiare: a detta dell’assessore in questi quattro anni si è confrontato con un governatore esuberante, che è entrato a gamba tesa in argomenti tecnici che hanno poco a che fare con l’istinto e che se da una parte tengono vicini gli utenti, non sempre corrispondono alle reali esigenze della regioni.
L’assessore ha detto di aver lavorato con un personale spesso esiguo, con contratti a tempo determinato, con cui è difficile programmare attività, con dirigenti con contratti ad interim e con risorse e strumenti esigui soprattutto per la xylella.
Non mancano le stoccate anche alle organizzazioni di categoria che andrebbero “ripulite dagli interessi personali”.
“Mi dimetto anche perché – ha detto ancora Di Gioia – non voglio farmi carico della revoca del bando del PSR e delle nomine dei subcommissari Arif”.
In questi anni sono stati fatti percorsi importanti con una legge sulla caccia, sulla pesca, sui consorzi di bonifica, sul sistema GAL, la sicurezza dei fondi di vecchia programmazione, perché consci che “l’agricoltura è tra le vie di sviluppo regionale”.
Di Gioia, di estrazione centrista, non rinuncia alla propria ideologia, ma ha escluso qualsiasi motivazione della scelta legata al sostegno della Lega alle scorse elezioni europee.