marinerie in protesta

Marinerie in protesta a Bari. “Siamo fermi sul lungomare di Bari aspettando che ci riceva qualcuno, magari il governatore Emiliano. Non ce la facciamo più”.

Sono le poche parole che un rappresentante delle marinerie in protesta ci ha riferito. Oggi le motopesche sono rimaste agli ormeggi. I pescatori di tutta la costa Adriatica – da Vieste a Brindisi – sono scesi in piazza, invadendo il capoluogo e la Capitale.

“Chiediamo la modifica delle normative sulla pesca, adatta ad operatori del Nord Europa, ma non adatta a noi che peschiamo nell’Adriatico dove il pescato è di piccola taglia e, di conseguenza, è fuori norma”, spiegano ancora. Il risultato sono continue multe e verbali da migliaia di euro di sanzioni e tanta burocrazia: “così non possiamo più andare avanti”, è l’urlo che lanciano.

A Roma una delegazione ha incontrato il Sottosegretario alle politiche agricole, il pugliese Giuseppe Labbate. Questo ha preso l’impegno di prendere in carico la situazione assieme al Ministro Bellanova, già sollecitata da un incontro urgente dal sindaco di Molfetta Tommaso Minervini.

La protesta è partita da Molo San Nicola, proseguita fino all’Autorità portuale e di lì verso via Brigata Regina.

Ma tra i circa 500 manifestanti che hanno partecipato alla protesta a Bari alcuni pescatori hanno utilizzato pistole di segnalazione e lanciato petardi, uno dei quali ha colpito due poliziotti occupati nel servizio di ordine pubblico.

Sono state necessarie le cure degli operatori del 118 e il trasporto al pronto soccorso dei due agenti. Hanno subito un trauma cranico con una lieve perdita della memoria e una forte trauma alla nuca.

Il servizio di TrNews.