Si tornerà in aula nonostante i limiti imposti dall’emergenza sanitaria per il processo sul disastro ferroviario che il 12 luglio 2016, nello scontro tra due treni Ferrotramviaria, sulla tratta tra Andria e Corato, causò la morte di 23 persone e il ferimento di 51 passeggeri.

Il provvedimento del Tribunale motiva la “indifferibilità” del processo “rilevato che la sua complessità ha imposto una trattazione lunga e impegnativa e che le note vicende che lo hanno caratterizzato hanno determinato delle fasi di stasi”, per cui si rende necessario procedere con l’istruttoria affinché ci sia una “definizione dello stesso in tempi ragionevoli”.

Per rispettare le regole sul distanziamento sociale (e visti i prossimi lavori nell’aula bunker del carcere di Trani), il presidente del Tribunale tranese, Antonio de Luce, ha individuato come sede per la celebrazione delle prossime udienze l’auditorium “Riccardo Baglioni” ad Andria.

Il calendario delle udienze avrà inizio il 17 giugno e proseguirà nei giorni Primo, 8 e 22 luglio. Il processo “avverrà a porte chiuse assicurando un collegamento esterno”, precisa il presidente, spiegando che “saranno ammessi solo i difensori che dovranno accreditarsi” via mail almeno 5 giorni prima dell’udienza.

Nel processo sono imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche, dipendenti e dirigenti dell’azienda pugliese di trasporti e del Ministero delle Infrastrutture, accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Sono costituiti parti civili i familiari delle vittime, i Comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, diverse associazioni e la Regione Puglia.

Proprio ieri, inoltre, i vertici di Ferrotramviaria e l’assessore regionale alle infrastrutture Giannini, hanno annunciato l’interramento del binario nel centro abitato di Andria, con l’eliminazione di ben quattro passaggi a livello. Lavori che hanno scatenato le reazioni della politica.