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I tre viaggiavano, probabilmente dal centro di Barletta in direzione Andria, in sella ad una bici con pedalata assistita, dopo aver trascorso la serata tra amici.

Il loro ritorno a casa è stato interrotto, da un furgone che li ha travolti all’altezza del distributore di benzina Esso. Il conducente, nella penombra, avrebbe visto la bici elettrica (senza fari) – che sbandava, forse a causa del peso dei tre – solo all’ultimo momento. A quel tipo di mezzo non è consentito viaggiare su strade extraurbane, come quella percorsa dai ragazzi. Gli occupanti del furgone si sono fermati a prestare i soccorsi e hanno allertato immediatamente sia gli operatori del 118, che le forze dell’ordine. Per due di loro non c’è stato più niente da fare, mentre Pasquale Simone è stato trasportato all’ospedale “Bonomo” di Andria in un tentativo disperato di salvargli la vita. Le ferite riportate, hanno reso inutile qualsiasi tentativo dei medici.

Il conducente, invece, trasportato in ospedale sotto choc ed è stato sottoposto ad accertamenti tossicologici e ad alcoltest come da prassi. Gli inquirenti, giunti sul posto, non escludono che i tre stessero riaccompagnando a casa uno di loro, residente nella frazione di Montealtino. Dunque i ragazzi procedevano nello stesso senso di marcia del furgone. I Carabinieri di Barletta, sono stati sul posto per i rilievi, per cercare di ricostruire le fasi dell’impatto con l’aiuto degli occupanti del furgone. (VIDEOSORVEGLIANZA) Intanto, il magistrato della Procura di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di omicidio stradale. Sulle vittime, invece, nelle prossime ore sarà disposta l’autopsia.

“Non ci sono parole per esprimere il sentimento di dolore per la morte dei tre ragazzi. Questo grave lutto è di tutta la comunità – ha commentato il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito -. Erano troppo giovani per morire e, per questo, voglio dire ai loro coetanei – ammonisce il primo cittadino – state attenti, siate prudenti. A quell’età ci si sente invulnerabili, forti e non si fa attenzione, ma poi il dolore è grande davanti a una vita spezzata”. “Contenere l’esuberanza dei ragazzi è difficilissimo – ha concluso Cannito -, ma è necessario dedicare loro attenzione sempre, perché non ci sono orari o parti della giornata più pericolose o più a rischio di altre. Siamo tutti responsabili”.