Dalla Puglia all’Albania per fermare i contagi. Regione e Protezione civile pugliese hanno subito risposto alla richiesta di supporto da parte delle istituzioni albanesi per limitare, il più possibile, la diffusione del virus, nel momento del loro picco più alto. La missione anti-Covid della durata di quindici giorni, disposta dal Governo nazionale con la Protezione Civile, è partita da Bari. Su un aereo della Guardia di Finanza, diretto a Tirana, sono saliti cinque specialisti, tra cui Gaetano Di Pietro, direttore della centrale operativa del 118 del Policlinico di Bari e Lorenzo Natrella, responsabile delle missioni internazionali per la Protezione civile pugliese.

L’obiettivo della missione sarà fornire dispositivi di protezione individuale, fare attività di ricognizione sulla diffusione del virus sul territorio e dare supporto agli albanesi nel contenere i contagi, adottando le giuste misure di sicurezza. La Protezione civile pugliese ha predisposto la logistica per gli specialisti inviati in Albania con i Ministeri della Salute e dell’Interno albanesi: “Abbiamo risposto alle esigenze del Governo di rafforzare i DPI, il distanziamento, le misure di sicurezza, oltre all’attività di formazione e alla definizione dei posti letto negli ospedali della terapia intensiva”, ha spiegato il dirigente della Protezione civile regionale, Mario Lerario. Già nei giorni scorsi la Puglia aveva risposto al bisogno di assistenza sanitaria dell’Albania inviando gli operatori del Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari per eseguire tamponi e fare formazione sulle procedure di sorveglianza epidemiologica e contact tracing. “C’è molta attenzione alla situazione nei Balcani – conferma il capo Dipartimento prevenzione della Asl di Bari, Domenico Lagravinese – ed è per questo che abbiamo chiesto, con l’intervento della Regione, al ministero degli Esteri una maggiore sensibilizzazione della rete delle ambasciate, affinché ci sia un controllo stringente sull’applicazione delle misure di prevenzione per contrastare il diffondersi del virus, specie in occasione dei viaggi di rimpatrio”. L’allerta, infatti, era scattata a seguito di un caso positivo tra i militari nel nucleo di frontiera marittima con sede a Durazzo.