Svolta nelle indagini per fare luce sull’uccisione del 43enne Giuseppe Lafranceschina, avvenuta in pieno giorno a Trinitapoli il 3 giugno 2020.

L’uomo era appena uscito di casa in sella al suo scooter elettrico, quando fu affiancato da un’auto con a bordo i sicari.

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 3 persone, ritenute i presunti autori materiali del delitto, commesso con una pistola mitragliatrice skorpion e un revolver calibro 38.

Sono almeno tre i colpi che raggiunsero il 43enne, tra testa e torace, tanto che morì sul colpo.

Le accuse per i tre indagati sono di concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso, porto illegale di armi da fuoco con matricola abrasa, ricettazione e per due dei tre anche violenza privata aggravata sempre dal metodo mafioso.

In particolare, gli investigatori dell’Arma, durante le indagini svolte sotto il coordinamento della Dda di Bari, hanno sottolineato che il delitto è da inquadrarsi nell’ambito della contrapposizione armata tra i clan antagonisti dei “Carbone-Gallone”, di cui faceva parte la vittima in quanto cugino di Giuseppe, a capo del gruppo criminale, e quello dei “De Rosa-Buonarota”, entrambi volti ad assicurarsi il controllo egemonico del territorio e delle relative attività illecite, principalmente spaccio di sostanze stupefacenti ed attività estorsive, nel Comune di Trinitapoli e nei Comuni limitrofi.