Settantacinque anni dopo la memoria di quei giorni bui è ancora viva, la città di Barletta non vuole dimenticare il suoi 12 figli caduti sotto il fuoco nazifasicista.

Il 12 settembre 1943 dopo soli 4 giorni dall’annuncio dell’armistizio firmato dal maresciallo Badoglio con le forze angloamericane che mise fine all’alleanza con i tedeschi la città della Disfida fu protagonista di uno degli eccidi più cruenti di quei giorni.

10 vigili urbani e due netturbini furono barbaramente fucilati dalle forze nazifasciste in rappresaglia della morte di 2 soldati tedeschi in seguito ad un’imboscata.

Quei giorni e quelli successivi nei quali la città seppe resistere e rialzarsi sono stati ricordati oggi in una cerimonia partita dal rivelino del Castello e conclusasi in piazza Monumento.

Tra i promotori delle celebrazioni cui hanno partecipato anche i comuni di Bisceglie, Ruvo di Puglia, Molfetta, Spinazzola e Orta Nova il responsabile dell’archivio della Resistenza e della Memoria Luigi Dicuonzo.

Coinvolgente ed emozionante è stata anche la testimonianza portata da Saverio Pandiscia, figlio del soldato di Ascoli Satriano Domenico da lui mai conosciuto e caduto sotto i colpi dei nazisti in piazza Conteduca poche ore prima dell’eccidio dei vigili urbani. Fondamentale per la ricostruzione di quanto avvenuto in quei giorni che sono valsi alla città di Barletta la Medaglia d’oro al Valore Militare è stata la lettera spedita da Domenico Pandiscia a sua moglie il 9 settembre 1943.