I numeri non tradiscono mai: quelli che raccontano del cambio di passo del Foggia sono legati ad una fase difensiva meno ballerina rispetto alle prime tre giornate. Il saldo complessivo, dopo sei turni, è di undici reti al passivo: più della metà di quei gol, però, la squadra di Grassadonia li ha incassati in tre gare (Carpi, Crotone e Palermo) e sono serviti, a loro modo, da lezione. Perché dalla partita contro il Pescara e sino a quella di Benevento, i rossoneri hanno assestato i meccanismi difensivi subendo appena tre reti in 180 minuti. E di queste solo quella contro il Pescara pesa come un macigno (in quell’occasione infatti è arrivata una sconfitta). L’altro aspetto che non sfugge nel percorso di crescita del Foggia è la capacità di risalire la china: per ben due volte (contro Padova e Benevento) i rossoneri sono andati in svantaggio senza disunirsi e in entrambe le occasioni ci ha pensato il tedesco Kragl ad avviare la rimonta. Adesso che anche la zavorra della penalizzazione è stata eliminata, per la squadra di Grassadonia comincia un nuovo campionato: la zona salvezza è a portata di mano ma si potrebbe cominciare a guardare anche oltre. Il potenziale del Foggia, del resto, non è certo da terza fascia (basti pensare all’attacco composto da Iemmello, Galano e Mazzeo, senza dimenticare Cicerelli, Chiaretti e Gori) e, di fatto, sul campo i rossoneri hanno conquistato nove punti in 6 giornate (sarebbero in piena zona play off). La risalita potrebbe proseguire non solo sul campo (sabato pomeriggio arriva l’Ascoli che resta avversario insidioso ma non difficile): la dirigenza foggiana, infatti, attende in maniera fiduciosa anche un ulteriore sforbiciata alla penalizzazione da parte del Collegio di Garanzia del Coni. Insomma, come si ripete da domenica sera, è cominciato un altro campionato.