Non erano gli scarichi di lavorazione delle uve da parte delle cantine: a rendere di color rosso le acque del canale cinque metri (nel territorio di Trintapoli) e di Foce Carmosina (in quello di Margherita di Savoia) erano invece le sostanze inquinanti e della lavorazione del sale da parte dell’azienda che gestisce la salina di Margherita di Savoia. Ad accertarlo i carabinieri del Noe di Bari che hanno messo i sigilli al canale cinque metri e alla foce Carmosina, denunciando cinque persone all’autorità giudiziaria: il presidente e il responsabile dell’area tecnica di Ati Sale Spa (Giacomo D’Alì Staiti e Antonio Valentino), il responsabile del settore ambiente del comune di Trinitapoli, Vincenzo Pergola, il presidente e un responsabile tecnico del Consorzio di Bonifica di Capitanata di Foggia (Giuseppe De Filippo e Raffaele Fattibene). Ai primi due viene contestato dai carabinieri lo scarico illegale di acque inquinanti e fanghi nelle acque di Foce Carmosina; gli altri tre dovranno invece rispondere di realizzazione di discarica abusiva di rifiuti specili anche pericoloso, danneggiamento aggravato per rinvenimento di sostanze inquinanti in corso d’acqua e deposito incontrollato. Sotto sequestro da parte dei carabinieri del Noe che hanno operato in collaborazione con i colleghi della stazione di Trinitapoli, gli agenti della polizia municipale, oltre ai tecnici dell’Asl e dell’Arpa, sono finiti una porzione del canale Cinque metri di proprietà del comune di Trinitapoli, ma gestito dal Consorzio di Bonfica e una condotta di un chilometro e mezzo vicino all’impianto che produce sale nelle saline di Margherita di Savoia. Il fenomeno delle acque rosse in quella zona, era stato spesso motivato con la presenza di alghe coloranti o di scarichi della lavorazione delle uve da parte delle cantine vinicole della zona. Mai i carabinieri del Noe sono andati più a fondo, scoprendo che quel rosso che colorava l’acqua della Foce Carmosina derivava dallo scarico dei residui di lavorazione del sale. Nel canale cinque metri, invece, è stato scoperto che oltre alle condotte del depuratore di Trinitapoli, erano stati realizzati scarichi abusivi. Nelle scorse settimane a riaccendere l’attenzione sul fenomeno delle acque rosse a Foce Carmosina, erano stati gli attivisti di Legamebiente anche a seguito delle numerose segnalazione arrivate da parte dei cittadini.