Italia in Comune Puglia scende in campo contro il decreto Salvini. Sono 60 tra sindaci, consiglieri e assessori comunali, che si sono detti pronti a farsi portavoce di una mozione per chiedere la sospensione degli effetti del provvedimento in materia di immigrazione e sicurezza.

Il decreto del Ministero dell’Interno prevede 23 mila migranti in meno nel circuito dell’accoglienza, la revoca di circa 1500 permessi di protezione umanitaria e la chiusura di decine di Centri di Accoglienza Straordinaria e del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Con la nuova normativa verrebbe favorita la concentrazione delle persone in grandi centri, con il rischio che diventino delle vere e proprie aree di isolamento. Le stime ANCI sono preoccupanti per i Comuni su cui ricadrebbero 280 milioni di euro di costi amministrativi per i Servizi sociali e sanitari territoriali.

 

Ma non è una questione solo di costi, avvertono dal partito: “Il sistema elaborato da Salvini è fallimentare. Con le chiusure di CAS e Sprar, si tolgono vite umane dal circuito ‘sano’ dell’accoglienza per metterle in strada. Non occorre essere degli esperti per comprendere come gli effetti del provvedimento sarebbero addirittura opposti a quelli prefissati, ovvero l’aumento di clandestinità, casi di emarginazione sociale e, quindi, anche di delinquenza – ha commentato il referente regionale del partito Michele Abbaticchio – . A voler essere sospettosi, ha continuato, verrebbe addirittura da pensare che questo incremento generalizzato di insicurezza e panico che si diffonderebbe nelle città sia una trovata utile per futuri fini elettorali”.

 

Per tali ragioni gli iscritti al partito hanno deciso di ‘fare squadra’ e, ora, si sono detti pronti a presentare nei rispettivi comuni amministrati un ordine del giorno in cui chiederanno al Governo di sospendere gli effetti del decreto legge e di rivalutare, a seguito di confronto con i territori, le ricadute concrete dell’atto sia in termini economici che sociali e di sicurezza. Chiederanno anche alla Regione Puglia di condividere i loro intenti. Al Sud, sarebbe la prima risposta a questo provvedimento.