Da una parte la chiara e netta presa di posizione del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che si è detto pronto ad impugnare le autorizzazioni rilasciate dal Governo e che ha sottolineato come il Ministero non era obbligato a concedere i tanto discussi permessi, con il fine di fermare le trivelle. Dall’altro versante la reazione dei Verdi che hanno annunciato un esposto in Procura. Non si spegne l’infuocato dibattito nato a seguito del via libera dato, nei giorni scorsi, dal  Ministero dello Sviluppo Economico, per l’autorizzazione delle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio.

Interessata da vicino la Puglia con il Governatore della Regione, Emiliano che ha replicato a quanto dichiarato, nelle ultime ore dal vicepremier Luigi Di Maio.  Il Ministro dello sviluppo economico ha evidenziato come le “ricerche di idrocarburi”  fossero state già acconsentite dal Governo precedente, specificando come per questo il dirigente non avrebbe potuto fare altro se non rilasciare le autorizzazioni, per non commettere un reato.

Dura la risposta del Governatore della Puglia. Per Emiliano i ministri hanno volutamente omesso di considerare che in sede di autotutela, l’amministrazione statale avrebbe potuto disporre il riesame della valutazione di impatto ambientale. Secondo il governatore pugliese, “Di Maio non ha il coraggio di assumere la decisione che gli compete, lasciando il cerino in mano alla Regione” che farà ricorso alla magistratura.

Sulla stessa linea, anche l’esponente dei Verdi, Angelo Bonelli che ha preannunciato la presentazione di un esposto in Procura.

Sul piede di guerra anche le associazioni ambientaliste. Il Wwf ha chiesto al Governo una moratoria delle trivellazioni, come quella adottata in Francia nel 2016.

In Puglia prevale il fronte del no. La preoccupazione consiste nel pericolo che la  ricerca del petrolio in mare con l’uso dell’air gun, con  le bombe d’aria e sonore, possa causare danni irreparabili ai fondali e alla fauna ittica.