Law and Humanity’ è questo il nome dell’operazione che stamattina ha portato allo sgombero della baraccopoli di Borgo Mezzanone, località tra Foggia e Manfredonia, a due passi dal Cara dove attualmente risiedono circa duemila migranti. L’estate, arrivano ad essere fino a 3500, e diventa il luogo dove i caporali selezionano i braccianti da sfruttare nelle campagne della capitanata.
Duecento uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza sono stati impegnati in perquisizioni e controlli tra i manufatti dove, secondo le indagini della Procura, si consumerebbero reati come la prostituzione, lo spaccio di droga, la ricettazione e la rivendita di beni rubati.
I reati per cui si procede sono anche di occupazione abusiva di un territorio di 165 ettari di proprietà dell’Aeronautica militare, furto di energia elettrica, fino a violazioni in materia ambientale pericolosi per la salute pubblica.
“Il sequestro ha la finalità di spezzare il circuito tra criminalità, sfruttamento delle persone e mancato riconoscimento dei diritti umani”, spiegano i magistrati.
Le baracche, specificano, sono realizzate con “materiali di fortuna infiammabili come l’amianto, riforniti da energia elettrica con cavi volanti, riscaldate con bombole di gas acquistate illegalmente e prive di manutenzione, puntellate da cumuli di rifiuti e senza servizi igienici e rete fognaria”. Questo porta rischi seri per le persone: non va dimenticato, infatti, l’incendio del 30 ottobre e del 1 novembre scorsi, l’ultimo causò anche la morte di un cittadino extracomunitario e il ferimento con ustioni di altri migranti.
Molti, appena viste le forze dell’ordine, sono giunti sul posto per portare via i loro abiti e, al momento, la paura sul loro futuro è grande, specie dopo l’annuncio dell’imminente chiusura del Cara.