Da un lato veder salvaguardati i posti di lavoro degli oltre 1800 dipendenti, dall’altro versante fare chiarezza sulle responsabilità della proprietà nella gestione. È con questo duplice obiettivo che è stato convocato e anticipato urgentemente ad oggi pomeriggio, al Mise, il tavolo istituzionale per discutere sulla vicenda del fallimento di Mercatone Uno.

In concomitanza del confronto al dicastero, i lavoratori saranno pronti ad incrociare le braccia, dando vita ad un sit-in di protesta, proprio davanti alla sede ministeriale.

La notizia del fallimento di Mercatone Uno,  ha scosso l’Italia intera sabato scorso. Serrande chiuse senza preavviso nei 55 punti vendita, in tutta la penisola, della nota catena di mobili. E amara sorpresa per gli oltre 1800 dipendenti che sono stati licenziati via social (con un messaggio Whatsapp o su Facebook).

Venerdì scorso così il Tribunale di Milano ha decretato il fallimento della Shernon Holding srl, la società che nell’agosto del 2018 aveva acquistato e rilevato i punti vendita Mercatone Uno. Nello specifico è stato riscontrato un indebitamento di novanta milioni di euro, maturato in nove mesi con una perdita mensile attestata tra i cinque e i sei milioni di euro.

Sindacati sul piede di guerra in tutta Italia. Il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo ha annunciato per domani la convocazione della task force regionale, il tavolo di crisi per analizzare la situazione dei lavoratori.

Sono infatti sei i megastore nella regione (Bari, Terlizzi, Francavilla Fontana, San Cesario di Lecce, Matino e Surano) con circa 250 dipendenti che temono di restare nelle proprie case.