La Asl Bari annuncia l’apertura di cinque ambulatori infermieristici in altrettante città della provincia di Bari, ma la decisione prova l’immediata reazione della federazione italiana dei medici di medicina generale.

E, come un effetto domino, la immediata risposta, a difesa della professione infermieristica, da parte dell’Opi della provincia di Bari. Gli ambulatori infermieristici saranno attivati a Mola di Bari, Polignano e Molfetta, per la presa in carico di pazienti fragili e con l’obiettivo di ridurre i ricoveri. Decisione contestata dal vice segretario nazionale della federazione italiana dei medici di medicina generale, Nicola Calabrese. “Sostituire i punti di primo intervento con ambulatori che non prevedono la presenza di un medico non è una soluzione” dichiara Calabrese.

In Puglia esiste già il modello dell’assistenza territoriale flessibile e consente di offrire assistenza continua anche ai pazienti cronici in modo personalizzato”. La responsabilità della presa in carico di quei pazienti è affidata ai mini team degli studi di medicina generale, aggiunge Calabrese.

Insomma che siamo gli ambulatori dei medici di famiglia a continuare quel lavoro. Quella di Calabrese è una presa di posizione demagogica, ribatte il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Bari, Saverio Andreula. E’ inaccettabile che i medici di medicina generale si ritengano i gestori esclusivi di tutte le prestazioni sanitarie anche quelle infermieristiche.

Ci sono alcune cure infermieristiche, ricorda Andreula, che non hanno bisogno di alcune supervisione medica. Evidentemente alla Federazione italiana dei medici di medicina generale vorrebbe in Puglia misure diverse da quelle adottare in tutta Italia in tema di care management, segregando gli infermieri negli ospedali, conclude Andreula.

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