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“Servono forniture tempestive, regolari e adeguate che consentano ai nostri professionisti di essere adeguatamente protetti per affrontare in maniera più serena possibile l’emergenza” è la denuncia del direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore che, in una nota, ha comunicato che le scorte delle mascherine, camici e tute monouso per l’emergenza Covid19 coprono soltanto il consumo di oggi.

Al Policlinico ogni giorno è una lotta contro il tempo per riuscire ad approvvigionarsi di dispositivi di protezione individuale e a questo si aggiungono i Dpi arrivati dalla Protezione civile senza certificazioni standard sul rischio biologico, specie sulle tute monouso. A questa emergenza, denuncia ancora Migliore, “si aggiunge l’elevato numero di assenze in corsia, il rifiuto dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa predisposti per l’emergenza covid. Ecco perché ritengo che sia necessario un decreto legislativo per contrattualizzare gli specializzandi a tempo determinato”.

Nella sola giornata di giovedì scorso, infatti, 298 persone – tra 185 infermieri, 74 medici e 69 operatori socio – sanitari, sono risultati in malattia, senza contare chi è assente per congedo parentale o con legge 104. Le assenze di massa si sono registrate in Pneumologia ma anche, il giorno successivo nell’Ufficio relazioni con il pubblico, rimasto persino chiuse alcune ore.

Nei prossimi giorni potrebbero entrare 50 nuovi infermieri assunti con procedure semplificate grazie al decreto “Cura Italia”, che si spera possano evitare turni massacranti per chi resta in servizio. La situazione dei dispositivi e del personale assente, però, non ferma però le procedure importanti della struttura barese come i trapianti. Sabato scorso, infatti, sono stati eseguiti due trapianti che hanno permesso di salvare due vite: una a Bari, l’altra a Palermo.

È stato effettuato un prelievo multiorgano – fegato e reni – all’ospedale di Tricase e al Policlinico è stato effettuato il trapianto di entrambi i reni su una donna di 64anni di Bari, mentre il fegato è stato donato all’Ismett di Palermo.