È morto sul colpo il pregiudicato 43enne di Trinitapoli Giuseppe Lafranceschina con tre proiettili fatali, sparati alla testa e al torace.

L’uomo, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, che indagano sulla vicenda, era uscito di casa in sella al suo motorino elettrico intorno alle 18 di ieri pomeriggio. Poco dopo è stato affiancato su via Mulini, alla periferia della città, da tre o quattro sicari a bordo di un’auto– molto probabilmente incappucciati –  che hanno aperto il fuoco.

Sul posto non sono stati trovati bossoli, quindi i killer potrebbero aver utilizzato un revolver o i bossoli sono restati all’interno dell’auto da cui hanno sparato. Al vaglio, dunque, ci sono anche le immagini di videosorveglianza della zona, che potranno rivelare elementi utili per chiarire la dinamica dell’omicidio.

I militari hanno compiuto questa notte otto esami dello stub ad altrettanti pregiudicati di Trinitapoli, molti del clan Miccoli – De Rosa, tra i rivali dei Carbone – Gallone di cui faceva parte la vittima. Lafranceschina, infatti, era cugino di Giuseppe Gallone, ora in carcere, e ritenuto al vertice dell’omonimo sodalizio criminale.

Le indagini sono state affidate alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari. Gli inquirenti cercano di stabilire se l’omicidio possa essere inquadrato nell’ambito della sanguinosa guerra di mafia in corso dal 2003 nel Nord Barese, tra i Carbone-Gallone da un lato e i rivali dei clan Miccoli-De Rosa e Valerio-Visaggio dall’altro, per il controllo dei traffici illeciti. Intanto, già questa mattina, si è svolto un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui hanno preso parte i vertici provinciali delle Forze di Polizia e il sindaco di Trinitapoli, per attestare la vicinanza dello Stato alla comunità.

“Si tratta di un episodio gravissimo – ha dichiarato il prefetto della BAT, Maurizio Valiante -. Abbiamo subito disposto l’intensificazione delle attività di vigilanza e controllo sul territorio, per assicurare un presidio capillare per prevenire il rischio di una recrudescenza dei reati”.